Michele Perna

Nome della scuola: 
IIS "J. Torriani"
Città: 
Cremona
Regione: 
Lombardia
Disciplina/e Insegnata: 
Lettere
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
In qualità di docente ho avuto modo di mettermi in gioco in diverse e multiformi realtà dell’intero territorio nazionale. Dalla Puglia alla provincia di Cremona passando per la Valtellina, ho potuto maturare quella visione di insieme della dimensione scolastica che solo la classe, quale luogo di fermentazione didattica, pedagogica e umana, può lasciar maturare. Le mie collaborazioni con la figura del Dirigente scolastico iniziano in qualità di Funzione strumentale di coordinamento studentesco proprio a Sondrio e proseguono come Referente D. S. A. e Generazione Web nell’I.P.A.A. Stanga di Cremona che si snoda su tre differenti sedi situate in modo tale da coprire l’intera provincia ma è all’I.I.S. Sraffa di Crema che maturo quellaconsapevolezza delle mie competenza di coordinamento poiché in poco tempo mi propongo in qualità di Coordinatore provinciale formazione AD. Animatore Digitale scolastico, Progettista PON, Formatore scolastico per la didattica multimediale, Osservatore esterno SNV (INVALSI),nuovamente Referente Generazione Web 3 e per le Innovazioni Tecnologiche, fino a rivestire il ruolo di Collaboratore Vicario del DS stesso. Sono questi anni di particolare fermento poiché all’attività esterna continuo a tenermi ancorato all’attività d’aula proprio nell’ottica di avere ancora la necessità di osservare il mondo scuola dal punto di vista dei suoi differenti attori, studenti e insegnanti. Solo una volta approdato all’I.I.S. Torriani di Cremona nel 2018 mi dedico completamente alle attività di coordinamento ancora in qualità di Collaboratore vicario del Dirigente Scolastico per l’istituto in cui mi trovo e al tempo stesso per l’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona come Referente tecnico amministrativo PON UST Cremona - Ambiti 13 e 14 e Progettista e coordinatore team PON e “Monitor440”. Dal 2019 faccio altresì parte della Equipe formativa territoriale Lombardia – PNSD e mantengo un ruolo di supporto tecnico-digitale per l’UST Cremona. La presidenza di più sessioni d'esame a conclusione del ciclo di studi IFTS, mi ha permesso di avere una visione completa dell'attuale offerta formativa dell'Istruzione italiana. È importare sottolineare che gli snodi fino a qui compiuti mi hanno dunque permesso di maturare la consapevolezza che una buona pratica scolastica è indubbiamente quella capace di non perdere mai il contatto con le sempre mutevoli necessità del corpo studentesco ma che al contempo non dimentica di fornire ai propri docenti tutti quei supporti tecnici, didattici, pedagogici e psicofisici che consentano loro di lavorare al meglio delle proprie possibilità professionali e umane.
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
L’emergenza da COVID-19 ha rappresentato un’indubbia sfida per l’intero sistema di formazione nazionale. Se da una parte le scuole sono state colte all’improvviso e sono apparse inizialmente impreparate, è altresì vero che in un breve tempo hanno saputo reagire in maniera decisiva e unitaria per non far venir meno un ponte che fosse sia vettore didattico che canale psico-pedagogico in una fase così critica per gli alunni e le alunne. In qualità di grande sostenitore delle nuove metodologie didattiche – anche tecnologiche – e negli ultimi anni di membro della Equipe formativa territoriale Lombardia – PNSD devo anchesottolineare come l’opera di formazione in questa direzione si sia rivelata fruttuosa e efficace. Personalmente ho sentito come necessità primaria quella di accorciare quanto prima e nel modo migliore, la distanza che il blocco totale ha creato tra i docenti e gli allievi. Per tale ragione mi è sembrato urgente almeno nella prima fase emergenziale fornire agli insegnanti tutti gli strumenti tecnici per erogare un servizio qualitativamente adeguato che capillarizzasse l’intervento docimologico del singolo. In primo luogo ho fatto il punto in merito alle risorse già attive a scuola per poterle così implementare nella nuova ottica della Didattica a distanza. Proprio qui, mi sono accorto, anche con una certa sorpresa, che la mia esperienza giovanile nel campo della musica professionale poteva essere una buona risorsa per creare uno studio di registrazione in cui i docenti potessero realizzare podcast con audio letture, audio lezioni, video lezioni, tutorial e presentazioni e al tempo stesso è stato possibile realizzare lezioni in streaming per poter così continuare con a mantenere attive le strategie didattiche inclusive e all’avanguardia come il debate, la flipped classroom e una serie di didattiche cosiddette "d'avanguardia". Lo studio così realizzato è stato condiviso come risorsa territoriale con altri professionisti degli Istituti Comprensivi in un’ottica di implementazione dell’intera comunità educante che in questo contesto difficile era a mio avviso necessario che si presentasse unita e solidale. Grazie alla creatività di alcuni docenti della scuola primaria sono stati realizzati video didattici inparticolare in occasione del Settecentenario dantesco. Nella seconda fase di emergenza e con l’avvento della Didattica a Distanza Integrata ho attivato alcuni progetti che procedessero parallelamente allo studio di registrazione. Di particolare supporto sono state le indicazioni ministeriali in merito all’implemento delle attività di socializzazione tra ragazzi e ragazze previste Nel piano Scuola Estate 2021 che ci hanno aperto la strada per nuovi stimoli. Così grazie alla collaborazione con i docenti di elettrotecnica, abbiamo realizzato un progetto che vedeva quale prodotto finito la realizzazione di un amplificatore “esploso” su una tavola così che gli allievi potessero vederne fisicamente il funzionamento in ogni sua parte. Il progetto ha creato le condizioni per sviluppare le prassie fini di saldatura e cablaggio delle diverse componenti e al tempo stesso ha dato modo agli studenti di toccare con mano il suono che può subire dei cambiamenti intervenendo sui singoli costituenti del circuito. In parallelo abbiamo altresì realizzato il medesimo modello in cartapesta e tubi in acqua colorata per dare un taglio ancor più inclusivo all’attività che prevedeva la simulazione di utilizzo con alunni diversamente abili. Anche nel contesto di orientamento degli istituti di primo grado la sala di registrazione si è rivelata particolarmente utile. Gli studenti e le studentesse del nostro istituto, dotati di videocamere professionali hanno realizzato percorsi di visita della scuola in diretta streaming per le nuove leve e le rispettive famiglie, una sorta di tour virtuale in peer to peer che ha aperto le porte di una scuola brulicante di stimoli nonostante la pandemia in corso. Nel periodo estivo sono stati anche attivati progetti ludico-ricreativi come l’Cineaperitivo, un cineforum dedicato sia ai genitori che agli alunni, realizzato nell’ampio spazio verde della scuola, in cui oltre alla visione di pellicole cinematografiche e al dibattito che ne conseguiva, venivano serviti aperitivi realizzati dal bar di cui la scuola è dotata e che è stato recentemente ristrutturato. Ancora in quest’ottica è stato attivato il percorso Bici-filmando, dove alunni e docenti dotati di biciclette, visitavano tratti del fiume Po con i relativi affluenti e per rientrare poi alle rispettive abitazioni in treno. Infine abbiamo attivato un percorso di scoperta delle attività manuali perdute dell’industria cremonese del primo Novecento.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
A mio avviso i tempi sono maturi per destrutturare lo stile di programmazione statica e tradizionale di matrice gentiliana, basato sull’idea di un passaggio di informazioni trasmissivo e univoco. Siamo abituati all’idea che il docente debba insegnare ciò che gli è stato insegnato, nei modi e nelle forme in cui ciò è avvenuto in tempo e in un contesto storico che oggi appare quantomeno anacronistico rispetto alla realtà con cui ci confrontiamo quotidianamente in aula. L’esperienza mi permette però di lasciar emergere un sempre più consistente numero di docenti che attraverso la formazione, le consapevolezze maturate sul campo e una profonda componete professionale, stanno progressivamente abbandonando il modello docente-discente incarnato, letterariamente parlando, dal modello Carducci-Pascoli, a favore di una didattica nuova e fortemente volta a cogliere passioni e interessi dei singoli allievi, alimentandoli e stimola doli verso sempre nuovi lidi di conoscenza e interesse. Per tutte queste ragioni, è necessario a mio avviso, rielaborare la didattica in una direzione di dialogo con gli allievi che affondi le proprie radici sugli stimoli che essi stessi percepiscono come di interesse, necessari e creativi. Per quanto la mia posizione possa apparire tranchant, non sono così ottimista da non cogliere la difficoltà rappresentata dalla modalità di valutazione della fase terminale di riconoscimento del corso di studi. L’esame di Stato infatti così come attualmente realizzato delinea un limite alla sperimentazione dei docenti che mostrano realmente una volontà innovativa e ottemperante alle esigenze dell’alunno, del territorio, delle famigli e dell’intera società. Per meglio comprendere la mia visione del ruolo educativo che deve avere la scuola di domani, partendo però da quella di oggi, mi è utile un parallelismo con la storia dell’arte contemporanea. Siamo abituati a vedere il cittadino in uscita dal percorso scolastico come un quadro di Piet Mondrian, costituito per tanto da alcune sezioni colorate dagli anni di studio e altre bianche da riempire negli anni successivi dalle esperienze di vita, in un’ottica di educazione pedagogica fatta per compartimenti stagni, dove ogni stimolo e ogni competenza resta fissa in quel dato spazio nel tempo a venire. L’osservazione della società e degli stimoli dettati anche dalle nuove tecnologie, capaci di accorciare tempi e spazi comunicativi, di interconnettere persone, pensieri, ideologie, creatività, gusti, sapori ed esperienze in tutte le parti del mondo in un istante, dovrebbero muoverci a ripensare al modello alunno mondriano a favore di uno studente - Pollock. Una scuola in grado dunque di strutturare un cittadino fatto di tocchi di colore che rappresentano la mescolanza di conoscenze e competenze reali che siano bagaglio di risorse inestinguibile per uomini e donne di domani.