Roberta Ippoliti

Nome della scuola: 
Istituto Comprensivo "Nino Rota"
Città: 
Roma
Regione: 
Lazio
Disciplina/e Insegnata: 
Lettere (Italiano Storia, Ed.Civica e Geografia)
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Insegno Italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di primo grado, presso l'I.C. "Nino Rota" di Roma. A partire dal 1989 - con la nascita di “Internet”- il mio percorso formativo è stato sempre caratterizzato dall'impiego creativo della tecnologia in ambiti e in discipline che tradizionalmente venivano considerati incompatibili con l’universo digitale che allora stava emergendo. In seguito, nel corso degli anni, parallelamente alla formazione didattica e specialistica conseguita con tre master e un dottorato di ricerca, ho sperimentato diversi approcci innovativi (lezione intervallata, flipped classroom, il byod, il cooperative learning, la CBL, costruzionismo e pensiero computazionale) sia con gli alunni sia con gli adulti ai quali ho spesso tenuto corsi di formazione professionale. Dopo l’esperienza Erasmus KA1 nella “Future Classroom Lab” di Bruxelles, ho consolidato un approccio all’insegnamento e allo studio che supera la specializzazione della singola disciplina (categoria scientificamente circoscritta e rigida) e mette a fuoco in profondità i problemi complessi, dando vita ad una dimensione poli-trans-interdisciplinare. Da sei anni come Animatore Digitale mi trovo a raccogliere le sfide del mondo reale che nella sua complessità, intesa come stretto intreccio di componenti eterogenee e imprevedibili, mi ha portato in modo naturale all’introduzione della tecnologia nella didattica e mi ha consentito di cogliere tutte le opportunità offerte dal medium digitale, per realizzare un’azione pedagogica e sociale vòlta all’integrazione di mezzi, procedure, conoscenze e competenze di tutte le discipline: in questo senso mia classe, che sia in presenza o online, è sempre un laboratorio dove le intelligenze dei ragazzi sono guidate a contestualizzare i saperi e a integrarli nei loro insiemi attraverso pratiche cooperative e collaborative
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
Grazie alla piattaforma GSuite d’Istituto, di cui sono anche l’amministratore, le mie classi sono state coinvolte in attività didattiche fin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria. Nessun alunno è rimasto isolato anche grazie alla mia scuola che ha provveduto a fornire tablet e computer in comodato d’uso ai ragazzi in condizioni di svantaggio socio-economico. Gli incontri, scanditi da un calendario stabilito da un regolamento interno, nel mio caso hanno avuto un taglio laboratoriale e multididisciplinare, nel solco di ciò che ho sempre praticato anche in presenza. Le “lezioni” in realtà si sono articolate in step progressivi attraverso i quali gli alunni venivano sfidati a risolvere problemi con la ricerca di soluzioni, secondo la pratica della CBL (Challenge Based Learning) o del cooperative learning. Superfluo dire che ogni incontro doveva essere preparato e strutturato fin nei minimi particolari per poter essere efficace: i tempi, le attività si sono integrati con app e webapp facilmente accessibili per ragazzi e di grande impatto visivo e sonoro, prerogative queste ultime molto apprezzate anche dai ragazzi DVA. Quizizz, Nearpod e Socrative mi hanno aiutato non solo a creare test interattivi con feedback immediato, ma -cosa ancor più importante- sono stati gli strumenti attraverso i quali i miei studenti hanno prodotto quiz per i loro stessi compagni. La progettazione dei testi funzionali è stata perseguita attraverso diverse strade: scrittura collaborativa su documenti condivisi in Drive, brainstorming in Padlet, schematizzazione delle procedure attraverso la rappresentazione a blocchi con Scratch e sceneggiatura e l’editing di videotutorial mirati al supporto dei compagni in difficoltà. La valutazione durante il periodo della DaD si è svolta quasi esclusivamente attraverso prove di realtà: creare tour virtuali con l’uso della realtà aumentata e ricerca di dettagli sociali, economici e culturali, presentazione e commento di documenti attraverso software che integrino testo scritto, audio e video (Prezi, Canva), analisi e realizzazione di grafici relativi ai fenomeni storico-sociali, web-quest mirate, racconti digitali (storytelling). Durante l’orario extra-curricolare le attività proseguivano su piattaforma attraverso un fitto dialogo asincrono con gli alunni che spesso chiedevano suggerimenti sul reperimento di materiali o aiuto nelle difficoltà.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
L’emergenza della pandemia ci ha posto di fronte alla complessità della realtà e alla sua instabilità. La scuola che sogno e che vorrei contribuire a realizzare è principalmente un “luogo” mentale, un modo di concepire la Conoscenza come una dimensione dinamica, flessibile, che partecipi dei diversi saperi e della loro integrazione in un ambiente che sia gioioso, sperimentale e stimolante nel quale l’intelligenza dei ragazzi possa allenarsi alla comprensione responsabile e consapevole del mondo. La dimensione tecnologica, in special modo se coniugata al pensiero computazionale ispirato al costruzionismo di Papert, offre l’opportunità di acquisire competenze in grado di produrre nuove conoscenze e di ri-organizzarle secondo schemi che riflettono in modo più fedele la realtà con tutte le sue interconnessioni, spesso invisibili alla didattica tradizionale; un tale approccio ha inevitabilmente ripercussioni anche a livello sociale: la comunicazione, la cooperazione e il coinvolgimento di più attori nel processo cognitivo, permette lo sviluppo delle abilità sociali. Nessun alunno può essere considerato come un mero contenitore di informazioni, al contrario dovrà essere supportato con ogni mezzo e ogni strategia, per compiere consapevolmente il proprio meraviglioso viaggio della conoscenza.