PENNISI CATERINA

Nome della scuola: 
ICSOVERATOPRIMO
Città: 
Soverato
Regione: 
Calabria
Disciplina/e Insegnata: 
Matematica-scienze-tecnologia-musica-attività motorie
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Non l’ho deciso io di essere un’insegnante, a 14 anni non si ha mai la possibilità di scegliere, sono stati i miei genitori a decidere per me, iscrivendomi all’unico istituto religioso privato presente nel mio paese: l’istituto magistrale. Ma nel momento in cui, per la prima volta, ho preso in mano una classe ho capito che quello sarebbe stato definitivamente il mio lavoro e avrei cercato di svolgerlo al meglio. Nonostante avessi alle spalle tre concorsi magistrali superati, nella mia piccola provincia del sud Italia, non sono mai riuscita ad insegnare neanche un giorno. Cosi nel lontano 2003 decisi di trasferirmi al nord. Incominciai, così, ad insegnare da subito, con gli incarichi annuali nella scuola Primaria come docente di sostegno. L’esperienza scolastica piacentina ha consolidato e rafforzato i miei progetti e le mie aspirazioni. Sono stati anni intensi, ricchi di esperienze formative con risultati veramente soddisfacenti, mi hanno dato l’opportunità di confronto e di sicurezza nel procedere nell’azione didattica. Dopo tanti anni di sacrifici e di rinunce finalmente il ruolo , non solo nella scuola primaria dove avevo sempre insegnato, ma anche nella scuola dell’infanzia. La scelta non è stata facile, rimanere nella primaria o cambiare per entrare in un mondo nuovo. Alla fine ho fatto la scelta giusta perché quel mondo era anche il mondo di mia figlia che quell’anno compiva 3 anni: il mondo meraviglioso dei bambini. Era l’anno 2011, mia figlia iniziava la scuola dell’infanzia come alunna e io la iniziavo come docente a 600 kilometri di distanza. Mamma e allo stesso tempo maestra di bambini piccoli come mia figlia: è la migliore esperienza che si possa vivere. Ogni giorno quando entravo in classe vedevo nel volto di quei bambini il volto di mia figlia e mi rapportavo con loro come se fossero figli miei. Dopo tre anni di servizio nella scuola dell’infanzia ho ottenuto il passaggio di ruolo nella scuola primaria e questa volta finalmente a casa mia. Era l’anno 2013 e anche questa volta io e mia figlia iniziavamo nuovamente un nuovo percorso: io docente nuovamente nella scuola primaria e mia figlia come alunna ma questa volta per fortuna i kilometri non ci separavano più. Non ho deciso di essere una docente per vocazione , ma la vocazione per questo lavoro mi è venuta dopo essere stata a contatto con i bambini soprattutto per quelli più deboli. Proprio per questo motivo le mie azioni didattiche sono state sempre ispirate ai principi della didattica inclusiva, cercando di portare in classe tutte quelle attività che sono accessibili a tutti. Ho sempre preferito una didattica laboratoriale dove tutti i bambini possano esprimere il meglio di sé. Sviluppare pratiche inclusive nei confronti di tutti gli allievi, favorendo in tal modo, con specifiche strategie e percorsi personalizzati, l’acquisizione di competenze e non di conoscenze. La lezione non centrata sull’insegnamento ma sull’apprendimento dove l’alunno diventa l’unico protagonista del suo processo di crescita. Ho cercato in questo modo o di superare l’atteggiamento di passività e estraneità che caratterizza spesso le lezioni frontali: il curricolo non basato sui contenuti ma sulle competenze. Ho superato i confini dell’aula offrendo ai bambini metodi pedagogici innovativi: cooperative learning, circle time, peere educatione, didattica laboratoriale. Queste strategie didattiche hanno messo al centro il bambino e non più la disciplina, coinvolgono la concretezza dell’imparare, tentando di capovolgere gli schemi per avere risultati a livello più ampio e hanno messo in gioco non solo le nozioni, ma anche la socialità, le emozioni e la praticità. Per implementare le mie competenze didattiche, informatiche e sociali nel 2015 ho deciso di lavorare con eTwinning. La piattaforma mi è servita per scambiare buone pratiche realizzando progetti interdisciplinari attraverso una didattica innovativa. Mi sono relazionata e confrontata con colleghi di diverse nazionalità, arricchita la mia conoscenza e crescita in chiave internazionale. Nei riguardi degli alunni mi sono proposta di rafforzare lo sviluppo di una cittadinanza europea attraverso la conoscenza più approfondita e reciproca degli stati Europei che fanno parte dell’Unione, oltre a potenziare le loro competenze linguistiche, sociali e informatiche. Tra le soddisfazioni più grandi devo dire che grazie ai progetti gli alunni hanno imparato a cogliere aspetti comuni delle varie discipline e rafforzare competenze specifiche e trasversali, superando i confini nazionali in una prospettiva europea multiculturale e interculturale. Questo lavoro ha reso i miei bambini protagonisti attivi del loro sapere. A livello personale è stata un’esperienza nuova e significativa. Oltre ad essere scelta tra i dieci docenti italiani a rappresentare l'Itali in Turchia, abbiamo ottenuto per ben 2 progetti eTwinning il certificato di qualità sia nazionale che europeo. Ho sempre portato in classe diverse altre attività frutto dei miei continui aggiornamenti. Ho praticato attività di coding unplugged, yoga, lezioni basate su materiali non strutturati, e nonostante la scuola dove ora sono titolare non è tecnologicamente attrezzata, ho cercato di sviluppare in ogni bambino competenze digitali, mettendo a loro disposizione il mio computer thouc che loro hanno sempre usato come una lim. In questo modo ho sempre utilizzato le tecnologie digitali per rendere più efficace e attraente la didattica, cercando di promuovere il ruolo attivo degli alunni e l'acquisizione di competenze. Ho creato e condiviso per loro contenuti digitali, giochi, attività e libri sfogliabili grazie all'uso di diverse piattaforme: wordwall- flipsnack- youtoube-potwoon-ecc. affinchè apprendimento attraverso il fare, attraverso l’operare, attraverso le azioni.le loro attività si sviluppano non solo in ambienti fisici ma anche virtuali.
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
Con l’attivazione della didattica a distanza iniziata il giorno 05/03/2020 a seguito delle decretazioni del Governo connesse alla pandemia da Covid-19, le attività didattiche sono proseguite nella classe virtuale creata con il padlet https://padlet.com/pennisicaterina/4j6dvuw05lrz. Tale piattaforma con le sue applicazioni ha permesso da subito lo svolgimento di attività didattica a distanza sia in modalità sincrona per assicurare la relazione tra alunni e docenti, sia in modalità asincrona per permettere agli studenti di ricevere e di utilizzare materiale di studio. In questa nuova modalità si è privilegiato l’aspetto dell’ascolto, della relazione, dell’interazione e della vicinanza quale importante riferimento emozionale, in grado di sorreggere motivazione, fiducia e senso di appartenenza. A questo proposito, molto preziosi sono stati i messaggi audio, i piccoli video di saluto e, anche, i video di presentazione di attività, videolezioni ecc. nei quali l’elemento umano ha dato calore e significato alla relazione umana e didattica. All’occorenza si è dato molto spazio ad attività e giochi creati con diverse applicazioni: https://wordwall.net/it - https://learningapps.org/ – https://www.powtoon.com/- https://biteable.com/ - https://www.flipsnack.com/it/ - https://screencast-o-matic.com/ Nella progettazione delle attività di didattica a distanza si è previsto di continuare a portare avanti le tematiche già previste dalla programmazione annuale puntando però alla rimodulazione delle U.D.A definite per le discipline curriculari, alla semplificazione degli obiettivi di apprendimento e di contenuto, individuando quelli fondamentali per la promozione dei processi di apprendimento nella DAD, fermo restanti i traguardi per lo sviluppo delle competenze. In sintonia con il team di classe si è garantito un giusto equilibrio delle consegne/richeste e si è cercato di prestare particolare attenzione alla quantità di attività proposte e alla loro sostenibilità familiare. Fin da subito si è cercato di trovare un giusto equilibrio tra le attività didattiche a distanza e momenti di pausa, al fine di evitare un’eccessiva permanenza degli allievi davanti agli schermi e di favorire, al contrario, il raggiungimento di un’autonomia nel lavoro da parte degli alunni. Particolare attenzione è stata dedicata ai bambini/e con disabilità così come ai bambini/e con bisogni educativi speciali non certificati. Le attività di recupero, consolidamento e potenziamento sono stati organizzate con le seguenti modalità: l’insegnante di sostegno e di potenziamento ha supportato l’attività didattica realizzando videolezioni con singoli bambini o per piccoli gruppi. Particolari alleati dell’azione didattica a distanza sono stati i genitori, con i quali si sono consolidati relazioni di collaborazione, anche al fine di ricercare modalità efficaci di coinvolgimento di tutte le famiglie e per calibrare meglio le attività tenendo conto anche dei singoli contesti familiari. Lo strumento prioritario di comunicazione è rimasto il registro elettronico, sul quale si sono annotati i compiti e le attività assegnate. In aula virtuale sono state presentate videolezioni e attività sia in modalità sincrona sia in modalità asincrona tramite il canale you toube https://www.youtube.com/channel/UCW-AuMFWQshMpZAfwxK6AGw?view_as=subscriber La verifica dell’andamento della DAD è stata effettuata attraverso i feedback degli alunni e delle famiglie e attraverso il monitoraggio del livello di partecipazione. In conclusione, gli alunni hanno seguito con entusiasmo, impegno e serietà le attività proposte durante le attività di didattica a distanza dimostrando di aver colto l’emergenza di questo periodo e di aver condiviso un’esperienza di crescita. I prodotti comuni realizzati sono stati il risultato di una collaborazione stretta tra i docenti, genitori e alunni, e anche la dimostrazione della abilità acquisite dagli alunni nelle varie discipline coinvolte . Sono stati realizzati e pubblicati video sui prodotti e sulle attività svolte in questo periodo.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
L’insegnante non è solo mero applicatore di teorie apprese, tecnico del sapere, esecutore. L’insegnante è fatto di corpo, cuore, mente. E per sottrarre gli alunni a quella routine polverosa e noiosa che cristallizza i pensieri e inaridisce i sensi, deve mostrarsi come soggetto desiderante, vale a dire come soggetto capace di andare oltre la legge, de-sidera, fuori dalle stelle, per tentare, in assenza di quelle, un “viaggio” che prevede anche percorsi originali sollecitati dalla curiosità e dalla passione per la conoscenza. È una ricerca fatta di entrate e uscite, di successi e fallimenti, gioie e sofferenza, di continua sperimentazione. Per essere buoni maestri bisogna prima di tutto desiderare di esserlo. Sono necessarie conoscenze, competenze e saperi professionali, ma, soprattutto, occorre essere disposti a mettersi in gioco con sentimento. Diventare insegnanti, soprattutto nella scuola primaria, implica l’assunzione di una responsabilità che si traduce nella formula “Mi curo di...”, una cura che non ha a che fare solo con la formazione e con il processo di apprendimento, ma, soprattutto, attiene alla crescita della persona umana. E non ci si può prendere cura di un bambino senza investire sentimento nella relazione educativa. Insegnare per me è sinonimo di ricercare, mettendo le teorie didattiche al servizio di un apprendimento inclusivo e su misura. In ciò il digitale mi è di grande supporto, così come il lavoro in sinergia con colleghi che sperimentano con consapevolezza e intraprendenza, migliorando di anno in anno la capacità operativa di ogni istituto.