ANTONIA MARTINA

Nome della scuola: 
DIREZIONE DIDATTICA 4°CIRCOLO LECCE
Città: 
LECCE
Regione: 
PUGLIA
Disciplina/e Insegnata: 
DOCENTE PREVALENTE
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Sono Antonia MARTINA, insegnante di scuola primaria presso la Direzione Didattica Statale “S. Castromediano” 4° Circolo di Lecce, in pensione dal 1° settembre, ma ancora impegnata in altro ruolo educativo e propositivo perché sempre appassionata del mio lavoro, concependo il “fare scuola” ben oltre le quattro mura dell’aula. Dal 1° gennaio 2021 sono Delegata per la Regione Puglia di E.I.P. Ecole Instrument de Paix, Ente consultivo presso UNESCO, Consiglio d’Europa, ONU, avendo accolto la richiesta di collaborazione da parte della stimatissima Presidente di EIP Italia, Preside Anna Paola Tantucci. Accettare l’incarico è stato un momento di grande commozione e molto gratificante in quanto mi permette di continuare ad intrecciare relazioni educative e costruttive con le scuole e altre Agenzie del territorio, finalizzate alla diffusione tra le nuove generazioni, di valori alti quali libertà, giustizia, pace, pilastri della nostra Costituzione. E sotto questo profilo rimango disponibile ad ogni collaborazione. La mia è una storia lunghissima, iniziata a vent’anni, vincitrice di concorso per l’insegnamento. Racconta un percorso professionale e umano sviluppato in due ventenni: il primo trascorso nella scuola dell’infanzia, il secondo nella primaria, con l’occhio lungo verso la secondaria nello sviluppo formativo. Una vita! Una vita bellissima! Mi sono chiesto che cosa sarebbe stato più aderente alla richiesta, da raccontare, al fine di riuscire in qualche modo a trasmettere al lettore i miei pensieri, le mie emozioni, la fatica e la gioia che sono impliciti nel mio lavoro. Ho scelto di inserire la sintesi de IL DIARIO DI BORDO – quinquennio 2011/2016. Mi auguro possa arrivare alla mente e al cuore di chi legge, riuscendone a cogliere la passione, l’amore, l’impegno, la dedizione per i ragazzi e l’insegnamento. Nella scuola ho ricoperto tutti gli incarichi con onore, umile servitore dello Stato. Lo studio, la ricerca-azione, la sperimentazione, la progettazione, la formazione delle risorse umane per cui mi sono spesa in contesti nazionali e internazionali e hanno animato tutta la mia vita si potranno evincere dal CV in allegato. Ma questa è un’altra storia! A. AREA DIDATTICA A1 DIARIO DI BORDO La classe 1^B appare da subito una classe molto impegnativa. Dall’osservazione sistematica degli alunni, nella quasi totalità provenienti dalla Scuola dell’Infanzia dello stesso circolo, emergono disagi di diversa natura. La classe, composta da 26 alunni si presenta nettamente divisa in due tronconi. Emergono problemi di comportamento e nella relazione interpersonale nonché, per alcuni, difficoltà nell’apprendimento. Gli alunni P.L. e D.M.A. dimostrano funzioni attentive immature e carenze nella stabilità della concentrazione. Disturbi dell’attenzione e della concentrazione vengono riscontrati anche per Z.D. e T.G. immerse in un mondo caotico. Disturbi del linguaggio espressivo vengono riscontrati per B.L. e C.M., con le conseguenze del caso. Risultano percepibili negli alunni G.G.A. e T.U.: inattenzione, irrequietezza eccessiva, iperattività, impulsività ed aggressività. Come insegnante prevalente, ma in collaborazione col gruppo insegnante, ho immediatamente attivato relazioni costruttive con le famiglie, che apparentemente hanno dimostrato la volontà di collaborare con la scuola, ma che concretamente hanno innalzato barriere per “proteggere” i propri figli da “operatori incompetenti” quali la scrivente. PUNTI DI CRITICITA’. Cercando di conquistare terreno su questo fronte, contemporaneamente ho attivato dei percorsi iniziali finalizzati semplicemente alla scolarizzazione “inesistente” da parte dei più. Giornate trascorse “allo zoo” con alunni sopra e sotto ai tavoli, aggressivi e oppositivi fino al punto di far male con ogni mezzo ai pochi “deboli” compagni e perfino alle pareti, imbrattate e scavate da orribili gallerie ancora “a vista”, hanno messo a dura prova non solo l’insegnante, ma anche la persona, alla fine della giornata, esausta. Ho lavorato sulla presa di coscienza dell’“io personale” e dell’“io sociale” alla conquista dell’identità personale. Ho aiutato questi alunni in particolare, a riflettere su sé stessi ricorrendo a temi quali: il rispetto di sé, degli altri, delle cose; i valori dell’amicizia e della solidarietà come superamento dell’egocentrismo; l’importanza di condividere le stesse regole. Abbiamo lavorato su questi aspetti per affrontarli insieme, cercando di superarli, ma senza riuscirci. PUNTI DI FORZA. La situazione alquanto difficile e complessa ha richiesto attività minuziose e decisioni organizzative autorevoli e differenziate per raggiungere con immane fatica, obiettivi formativi comuni. Il team ha auspicato l’intervento di persone qualificate, nel convincimento delle famiglie, per un’analisi specialistica puntuale. Il Consiglio di classe, all’unanimità decreta la non ammissione alla classe seconda dell’alunna D.M.A. e incontra il consenso della famiglia che avanza richiesta scritta al D.S. procedendo nella stessa direzione e motivando con indagine clinica in corso. Stessa decisione presa per P.L. la cui madre, separata, si impegna ad accertare presso la ASL la situazione clinica del figlio. In secondo momento invece, ricorre, chiede accesso agli atti e la scuola è obbligata ad esibire la documentazione che puntualmente, in prima persona devo fornire, perché tacciata dalla madre di “comportamenti discriminatori” nei confronti dell’alunno. (Lascio al lettore qualunque considerazione). CLASSE 2^ B. Si riparte, ma la situazione sembra complicarsi. La classe non ha ancora soddisfatto il bisogno di interiorizzare le regole di comportamento. Accogliamo tre nuovi alunni trasferiti da altre scuole e da altre città: L.J. di genitori albanesi, ma affidato alla madre, L.G. che poi risulterà daltonico e C.A. Inoltre, gli alunni G.G.A., T.G., Z.D. si rapportano col resto della classe in modo conflittuale; pertanto, questo clima non ne favorisce un adeguato apprendimento. L’alunno G.G.A. continua a distinguersi per ricorrenti momenti di eccessiva irrequietezza ed episodi di aggressività verso i compagni. Gli alunni B.L. e C.M. con certificazione di disturbo del linguaggio espressivo, vengono ammessi alla frequenza di un programma riabilitativo individuale, con mia cura personale di attivare percorsi di rinforzo individualizzati. Durante i test emerge ancora che l’alunna B.L. manifesta anche un ritardo cognitivo lieve. PUNTI DI FORZA. Riusciamo intanto ad ottenere il favore della famiglia dell’alunno G.G.A. all’incontro scuola – famiglia – psicologa della ASL di Lecce, Dott.ssa Di Mitri. La psicologa, pur avendo esposto le problematiche riscontrate nell’alunno avverte di non poter apertamente dichiarare nemmeno la dislessia, trattandosi di un bambino ancora piccolo. Si decide di comune accordo e ciascuno nel proprio ruolo, di attivare un piano di azione autorevole al fine di sollecitare e aiutare il bambino nell’apprendimento e nel comportamento, incoraggiandone l’autostima. Il rapporto con l’insegnante incomincia ad essere costruttivo e i rapporti con le famiglie, in linea di massima, sono stati frequenti e collaborativi per mille motivi. PUNTI DI CRITICITA’. La situazione è precipitata nuovamente con un increscioso e grave episodio verificatosi durante il colloquio scuola – famiglia del 18/02/2013 riguardante i familiari dell’alunno G.G.A. (si rimanda alla relazione sottoposta all’attenzione del D.S. Prot. N. 623B19 in All.2). Anche questo, momento terribile, caratterizzato da aggressione gestuale e verbale, oltre a essere tacciata, per la seconda volta, di incompetenza per aver “ghettizzato” l’alunno. CLASSE 3^B Siamo sopravvissuti e giunti in terza. La classe cambia volto ancora. Non si può pensare a un’annata “normale”. Accogliamo due nuovi alunni, M.C. proveniente da città diversa e T.E. di nazionalità russa, in adozione a Lecce. Il bambino ha nove anni, ma viene inserito nella classe terza. Non conosce una parola in italiano ed è diffidente e muto come un pesce con chiunque. PUNTI DI CRITICITA’. Il Comune ci affianca una mediatrice culturale per venti ore che servono solo a tranquillizzare il bambino nel nuovo ambiente. C’è da scalare una nuova montagna. Ma dall’idea iniziale di spostare il bambino in seconda, si passa al Piano B: tutti collaboriamo in classe e veniamo in aiuto di questo nuovo compagno. Tutti sono tutor in qualcosa. Tutti protagonisti! PUNTI DI FORZA. Un anno durissimo, ma mi rendo sempre disponibile con la famiglia dell’alunno adottato, al fine di instaurare un rapporto costruttivo e di grande stima reciproca che fortunatamente inizia a dare i suoi frutti. PUNTI DI CRITICITA’. In generale permangono tante difficoltà dovute alle realtà familiari di gran parte degli alunni. Tra le altre, separazioni di genitori, seguite da nuovi legami, condizionano pericolosamente la vita dei bambini. PUNTI DI FORZA Trascorro gran parte del mio tempo fuori servizio a scuola, rendendomi disponibile ad ogni richiesta di colloquio, avanzata dai genitori o dagli assistenti sociali. Vengo aggiornata sui centri di recupero dove soggiornano alcuni genitori, che vedono i figli molto raramente e in presenza di personale qualificato. Mi faccio carico dell’ascolto di questi adulti che indirettamente mi chiedono aiuto, soprattutto nonni affidatari, timorosi della visita degli assistenti sociali. Rincuoro e incoraggio gli adulti e cerco di lenire il dolore nel cuore dei piccoli. Scatta il senso di umanità, di responsabilità incarnato nel ruolo della scuola, soprattutto di fronte a queste realtà toccate dall’illegalità e dalla negazione dei diritti dell’infanzia. Ci corazziamo e diventiamo più forti tutti. Il mio credo, sempre più forte, quello di Don Milani: “dare di più a chi ha di meno”. Inutile raccontare tutte le sfide che con i piccoli abbiamo combattuto e quasi sempre vinto. Siamo finalmente diventati un gruppo, ancora con tanti limiti, ma in grado di costruire insieme qualcosa di buono. Quanto ho imparato da loro! Ho dovuto sperimentare strategie finalizzate non solo all’istruzione ma prioritariamente alla costruzione della loro personalità, cercando, di volta in volta, di raggiungerli delicatamente, cercando di proteggerli anche da quanti non riuscivano ad andare oltre alla mera considerazione delle loro reazioni eccessive, della loro ribellione, senza essersi posto il “perché” di tali immotivati atteggiamenti. Siamo giunti a risultati complessivamente positivi. Il lavoro di recupero per gli alunni in difficoltà, soprattutto per l’alunno straniero T.E. è stato svolto in classe durante le ore di lezione. Nello stesso anno i genitori dell’alunno G.G.A. hanno esibito copia della documentazione relativa alla diagnosi clinica per l’attestazione di Disturbi Specifici di Apprendimento (Dislessia e Disortografia evolutiva con difficoltà anche nel sistema di calcolo). Viene predisposto il PDP mentre io risulto “riabilitata” agli occhi dei genitori. CLASSE 4^B “E non finisce qui” diceva un noto presentatore in TV. La 4^B è una classe che esalta la multiculturalità e tutti ne andiamo particolarmente orgogliosi, in quanto c’è stato un mutuo arricchimento per le considerazioni che di volta in volta sono state fatte in merito alla provenienza dei genitori di alcuni alunni. L.J. di genitori albanesi, N.A. di padre senegalese, V.F. e V.M. di madre albanese, T.E. proveniente dalla Federazione Russa. E per continuare con le novità, accogliamo una nuova alunna, L.C. proveniente da altra scuola. Tutti dimostrano grande disponibilità nei confronti dei compagni in difficoltà, ma non siamo una classe modello poiché l’attenzione, la concentrazione e soprattutto il comportamento non sempre risultano adeguati. PUNTI DI CRITICITA’ Faticoso il lavoro di recupero per gli alunni in difficoltà, soprattutto per la nuova alunna L.C. e per l’alunno russo T.E., svolto in classe, utilizzando esercizi di rinforzo, lavori di gruppo, interventi tempestivi in itinere, sempre durante le ore di lezione. Misure dispensative e compensative come da PDP sono state operate per l’alunno DSA, G.G.A. Continua lo sforzo personale di rendersi disponibile con le famiglie per fronteggiare qualunque problematica. Permangono da gestire con cura le reazioni dei bambini di fronte alle numerose separazioni dei genitori, e per questo “sballottati” da destra a manca. Divento, per i più, confidente, missionario, psicologo, assistente sociale e, per ultimo, insegnante di classe. PUNTI DI FORZA Alla fine dell’anno scolastico, rispetto alla situazione di partenza e alla sua evoluzione nel corso dell’anno, la classe è migliorata. La preparazione è soddisfacente. Il rapporto con l’insegnante abbastanza costruttivo. Migliorati, in linea di massima, anche i rapporti con le famiglie. Abbattuta la diffidenza iniziale di quei genitori che hanno dovuto riconoscere e affrontare le problematicità dei figli, i rapporti con le famiglie sono stati improntati sulla correttezza e sulla collaborazione. CLASSE 5^ B La classe si è stabilizzata con 25 alunni. Nessun nuovo entrato. I progressi, a livello di collaborazione e di aiuto reciproco, hanno contribuito a rasserenare il clima della classe con ricadute positive a livello di attenzione e concentrazione. Interesse e partecipazione hanno segnato le attività proposte. Gli obiettivi generali delle discipline sono stati perseguiti giungendo, in relazione ai diversi livelli di partenza e alle capacità individuali a risultati positivi. La classe dimostra spirito di iniziativa e intraprendenza. Carenze nella produzione scritta permangono esclusivamente per G.G.A. (DSA) e l’ultima arrivata L.C., per cui sono state operate azioni di stimolo e aiuto all’interno del gruppo, avvalendosi di alunni tutor. A2 ESITI DI MIGLIORAMENTO Il successo formativo e scolastico degli alunni è stato curato prevalentemente con la costruzione di un ambiente di apprendimento innovativo ed efficace finalizzato, in particolare, all’inclusione e alla costruzione di curricoli personalizzati. Ne sono esempio le ricche “pareti parlanti” dell’aula, frutto del lavoro collettivo ed individuale della classe. Risultati ed esiti positivi in concorsi regionali e nazionali e gare interne (Torneo di scacchi) attestano l’impegno dell’attività educativa e didattica svolta a scuola. L’impegno costante per un insegnamento qualitativamente valido ha visto coinvolti gli alunni nella partecipazione attiva agli eventi in corso d’anno e impegnati in compiti di realtà (drammatizzazione e coro natalizi; attività laboratoriale con produzione di manufatti). In maniera trasversale a tutte le discipline è stato fatto uso delle TIC. Per dare visibilità al lavoro svolto e al fine della cultura della documentazione, gli alunni hanno prodotto elaborati multimediali che sono stati consegnati alle famiglie. A3 DOCUMENTAZIONE E DIFFUSIONE DI BUONE PRATICHE Il miglioramento della scuola si ottiene soprattutto con una progettazione condivisa e con il culto della documentazione, che ne diviene memoria storica alla quale attingere e fare riferimento in maniera trasparente e arricchente. Le prove di verifica quadrimestrali sono state d’istituto, somministrate per classi parallele, nei modi e nei tempi stabiliti per tutta l’utenza. Ugualmente dicasi del compito di realtà a fine anno. La valutazione è stata espressa in modo chiaro, in base agli indicatori stabiliti collegialmente. Nello specifico “classe” per la valutazione, intesa in senso formativo, si è tenuto conto della valutazione delle verifiche, dei progressi compiuti rispetto alla situazione di partenza, dell’impegno, del comportamento, del senso di responsabilità. Coerentemente con quanto progettato, utilizzando modelli progettuali condivisi, sono stati innestati elementi di innovazione quale l’impostazione di una didattica metacognitiva: gli alunni, infatti, sono stati costantemente coinvolti nella riflessione sul proprio rendimento al fine di formare personalità aperte e critiche. A. AREA ORGANIZZATIVA B1 RESPONSABILITÀ DI COORDINAMENTO DIDATTICO E ORGANIZZATIVO B2 ESITI ORGANIZZATIVI Ho assunto la responsabilità del coordinamento organizzativo e didattico della classe stabilendo contatti e relazioni con i genitori degli alunni in merito alle iniziative attivate all’interno della scuola o finalizzate alle uscite nel territorio, promuovendo nel team la condivisione e la socializzazione delle soluzioni progettate realizzando efficacemente gli esiti previsti e producendo materiali e strumenti replicabili nell’istituzione scolastica. (Presentazioni multimediali; allestimento d’ambiente per varie ricorrenze e finalizzato all’apprendimento). Il coordinamento della classe ha riguardato, tra le altre, tutte le attività legate al CONSIGLIO COMUNALE dei RAGAZZI nella promozione della democrazia partecipata nella scuola, attraverso attività di progettazione e programmazione a carico degli alunni, tanto per la selezione delle proposte di programma dei candidati, quanto per la scelta del logo rappresentativo della scuola. Il lavoro sviluppato dagli alunni corrisponde ad un compito di realtà svolto adeguatamente. Ho svolto azioni di supporto al D.S. nell’organizzazione delle delegazioni di alunni e genitori presenti nelle cerimonie di premiazione che hanno riguardato la classe, rappresentando l’istituzione per il tempo necessario, fuori dal normale orario di servizio, senza ricevere alcun compenso. La stessa modalità di collaborazione e supporto è stata fornita al D.S. per l’organizzazione della festa di fine anno scolastico per le quinte, classi uscenti. B3 INNOVAZIONE METODOLOGICA ORGANIZZATIVA Ho contribuito al miglioramento non solo della classe, ma anche dell’istituto contribuendo al piano di miglioramento scolastico attraverso:  una didattica personalizzata in funzione dei diversi stili cognitivi degli allievi  concordando con i colleghi la realizzazione di UDA orientate alla didattica per competenze  condividendo strumenti valutativi adeguati a rilevare lo sviluppo di competenze. Ho dato, inoltre, visibilità alla scuola con articoli, foto, video concernenti non solo la realizzazione, ma l’ampliamento dell’offerta formativa, pubblicati sul sito della scuola e divulgati presso le famiglie. PUNTI DI FORZA Nel potenziamento delle competenze ho coinvolto gli alunni:  in attività di miglioramento-abbellimento dei locali scolastici  in attività di volontariato in collaborazione con il territorio (raccolta fondi con l’acquisto di uova pasquali, per l’Oncologico Pediatrico di Lecce e con il mercatino nella scuola per l’UNICEF). Anche i genitori sono stati sensibilizzati rendendoli partecipi delle attività didattiche. Ho promosso e diffuso buone pratiche attraverso:  l’acquisizione rigorosa della documentazione  la progettazione e le procedure di attuazione di laboratori ad alta motivazione a modello di quello Munariano e Malaguzziano. Le iniziative di recupero per gli alunni con delle criticità hanno avuto esito positivo, attestato dallo scrutinio di fine anno scolastico. C AREA FORMATIVA C1 FORMAZIONE E AUTOFORMAZIONE C2 INNOVAZIONE METODOLOGICA (RICADUTA) La necessità di innovare la didattica e le metodologie per renderle più rispondenti alle problematiche di classe, cercando di risolverle, mi ha sollecitato a intraprendere percorsi di autoformazione e a frequentare corsi di formazione interna ed esterna alla scuola. Le attestazioni sono riportate nel CV allegato. Ho promosso e documentato al D.S. attività didattiche innovative anche in formato digitale, con elaborati degli alunni e illustrati alle famiglie. Gli esiti sono risultati ottimali. C3 ESITI DI MIGLIORAMENTO ESITI DI MIGLIORAMENTO Nell’intero percorso professionale ho messo a disposizione della scuola la sperimentazione di progettazione e attuazione sul campo di strategie organizzative e didattiche innovative, mettendomi a servizio dell’utenza e di tutto il personale scolastico. Produzione di materiali didattici e pubblicazioni sono resi disponibili all’istituto e ai colleghi in funzione dei bisogni formativi degli allievi. Tanti i riconoscimenti alla persona e alla scuola tutta, sull’intero territorio nazionale. Di volta in volta ho organizzato e promosso attività di fund raising a sostegno delle iniziative della scuola, come sta avvenendo tuttora, al fine della pubblicazione di propri materiali e riflessioni relativi alle problematiche professionali attraverso una didattica “agita”. Quanto relazionato è attestato dal CV della scrivente, nelle diverse sezioni esplicative, dalla documentazione prodotta in allegato e dal cd già diffuso sul sito della scuola e alle famiglie. Lecce, anno scolastico 2015/2016 Antonia MARTINA
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
Il 4 marzo 2020, per noi, è stato l’ultimo giorno di scuola in presenza. Il mostro pandemico ci ha strappato la gioia dello stare insieme, gli abbracci, i sorrisi, le scoperte, gli errori, i traguardi di tutti e di ciascuno. E anche i saluti dell’ultimo giorno nella scuola primaria. Dalla scuola “laboratorio di felicità”, come eravamo abituati a definirla, siamo passati alla DAD, pensando ad un periodo transitorio precauzionale che avremmo superato velocemente. Ma il rientro a scuola non c’è mai stato, seguito dalla tristezza infinita che continuiamo a portarci dentro, per non essere riusciti a salutarci stringendoci tra mille propositi e promesse. Ma mai vinti, abbiamo messo a frutto il nostro modo di vivere la scuola “fuori dalla scuola”. Siamo stati messi alla prova: abbiamo affrontato una sfida generata da una situazione d’emergenza per rinforzare e ottimizzare il percorso verso l’innovazione. Abbiamo continuato a lavorare ribaltando gli schemi: – Dai compiti per casa ai compiti di realtà (fondamentale e appropriato è stato privilegiare nella progettazione e nella realizzazione, le attività connesse al presente con i suoi bisogni concreti. Ampio spazio è stato dato alla metacognizione); – Dal fare compiti allo scrivere libri, diari, cronaca, ipertesti; – Dalla penna agli strumenti digitali (si è trattato di comprendere che, dentro una didattica a distanza, che è una didattica digitale, di nuovo “il mezzo è il messaggio”). Gli strumenti digitali hanno reso possibili numerose tipologie di verifica non tradizionale, che hanno consentito di mettere in gioco molteplici competenze. La DAD ha una curvatura speciale e fortemente orientata alle competenze, che permettono di evidenziare il ragionamento, l’originalità, la capacità di effettuare collegamenti, di interagire e collaborare. Particolare attenzione è stata riservata all’impegno, all’onestà, alla capacità di partecipare e collaborare con il gruppo, di imparare ad imparare, nonché a situazioni particolari di carattere tecnico o familiare che potessero minare la serenità dello studente, influenzandone il suo percorso di apprendimento. Tutto ciò è servito a portare avanti e a concludere il nostro percorso pluriennale transdisciplinare “MEDITERRANEO”, di cui sono autrice, ampliando il progetto anche sotto il profilo dell’educazione alla legalità e alla convivenza democratica, ma non solo. Anche se non è stato possibile continuare tutti assieme, la classe 5^C, annualità 2019/2020, si è portata avanti con l’ultima fase del percorso progettuale incentrata sulla legalità: “SULLA COSTITUZIONE, IL MEDITERRANEO E L’EUROPA, LA DEMOCRAZIA”, conclusasi in modalità DAD. La Scuola non si è fermata. Ha continuato a educare gli studenti ad interagire da protagonisti con un mondo complesso, in cui conoscenza e trasformazione della realtà, sono sempre più, capacità di compiere scelte autonome, consapevoli e responsabili all’interno di regole democratiche. E‛ auspicabile pensare che questa emergenza diventi occasione, attraverso un piano nazionale e strutturale, di predisporre dotazioni informatiche e di organico, da rendere disponibili per gli studenti di tutte le regioni d’Italia. Questa sfida ci mette a tutt’oggi alla prova e ci offre l’occasione per dimostrare che la tecnologia non è soltanto una tendenza o una fonte di rischio, ma può rappresentare un’occasione preziosa per andare avanti e non bloccare attività essenziali. Auspichiamo che ciò che stiamo imparando sul campo in questi mesi, rappresenti un volano per il futuro. ANTONIA MARTINA
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
"Siamo la generazione più ricca e istruita, ma le nostre scelte peseranno sul futuro più di quelle di chiunque nel passato" (Amministratore del Programma Onu per lo Sviluppo) Il dibattito sull’educazione ed i suoi stili sono sempre in forte fermento e cresce sempre più l’esigenza di adottare metodologie di insegnamento più efficaci ed efficienti. Noi insegnanti dobbiamo allontanare l’idea che gli studenti debbano studiare per senso di ubbidienza e di subordinazione, ma possano sentirsi protagonisti felici dell’esperienza formativa trovando insegnanti-educatori capaci di essere coinvolgenti, interessanti, portatori di modelli di bellezza e di qualità di una vita scolastica capace di diventare modello di convivenza civica e di organizzazione sociale. Man mano che i bambini crescono, chi ha la responsabilità della loro educazione dovrebbe far scoprire loro il piacere dell’apprendimento e della conquista delle conoscenze. Si sa infatti che, per i bambini piccoli, le conquiste cognitive legate all’apprendimento dei linguaggi e alla scoperta degli universi simbolici è sempre accompagnata da manifestazioni di gioia. E‛ proprio questo senso di piacere dei progressi cognitivi riconoscibili come risorse di autonomia e di miglioramento di sé e della qualità della propria vita che devono diventare anche caratteristiche e priorità della scuola dell’obbligo. Ciò potrà essere reso possibile non solo attraverso “l’individualizzazione del curricolo” che presuppone la rinuncia a quell’idea di “programma uguale per tutti” di cui ancora purtroppo, la pratica scolastica non riesce a liberarsi, ma anche attraverso la competenza narrativa, vale a dire la capacità di raccontare, di suscitare curiosità e attenzione nei nostri interlocutori. Non è solo una risorsa comunicativa e retorica, ma un apparato metacognitivo, vale a dire un modo di organizzare e interiorizzare conoscenze e rappresentazioni. Possiamo anche dire che la capacità di narrare testimonia il passaggio dalla dimensione dell’apprendimento a quella della competenza, poiché raccontare presuppone dare forma simbolica originale e personale a ciò che si vuole comunicare, tenendo conto delle capacità di comprensione e di interpretazione del nostro interlocutore. La competenza narrativa dovrebbe quindi essere un requisito di chi insegna, ma anche un obiettivo formativo: alla comunicazione orale e alla conquista di una sua qualità da parte degli studenti dovrebbe quindi essere assegnato uno spazio molto superiore a quello occupato dalle deprimenti e demoralizzanti “interrogazioni”, scoprendo l’importanza dell’organizzazione di comunicazioni inter e transdisciplinari, multimediali, costruite all’interno di esperienze di cooperative learning e anche in quelle di laboratorio teatrale. Motivare e far entusiasmare gli alunni è possibile solamente a chi è a sua volta motivato e capace di presentarsi come modello convincente, genuino e sincero di ciò che propone alla scoperta e all’apprendimento degli allievi. Per questo occorre che l’esperienza dell’apprendimento diventi bella, creativa, gratificante. La bellezza deve infiltrarsi ed espandersi nelle nostre società in crisi, non solo per risollevare il morale ma anche per aprire spazi nuovi di consapevolezza circa la responsabilità di ricostruire il proprio paese e la Terra intera sulla base dell’unione e della ragione, della sete di giustizia e del diritto di ogni popolo e individuo a determinare il proprio sviluppo. L’accesso alla bellezza permette di guardare con occhi diversi il mondo, fa uscire dai limiti del proprio modo di sentire, dei propri sentimenti e ci apre agli altri, alla comunità, alla società, alla possibilità di accedere ad un sentire comune basato sull’“armonia”, la convivenza, lo scambio reciproco per una comprensione generale. Un viaggio affascinante per guardare dentro di sé ed entrare nel mondo dell’altro, scoprendo significati e valori all’insegna dell’incontro, del dialogo, della partecipazione, della responsabilità, della solidarietà e della cooperazione. Gli studenti che beneficiano in questo modo dell’istruzione imparano passo dopo passo che la cittadinanza si sviluppa e si sviluppa in una società intrisa di valori e nella comunità umana nel suo complesso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità già nel 1948 affermava che la salute è “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”, e nel 2011 ha fornito la nuova definizione di salute come “capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”. E allora, altra sfida del momento, ancora tristemente segnato dalla pandemia, diventa il come poter utilizzare la tecnologia a servizio del benessere autentico dell’uomo. Come costruire tecnologia digitale in grado di sostenere l’autonomia della persona, di rafforzare la sua motivazione intrinseca, di portarla a interrogarsi sul senso delle proprie scelte, di aiutarla a proseguire sulla direzione della propria autorealizzazione e dello sviluppo delle proprie potenzialità. Una tecnologia che aiuti le persone a dare importanza alla propria vita passata e presente, che le sostenga nel loro senso di direzione. Sappiamo bene che nessuno strumento tecnologico può surrogare la relazione educativa, l’interazione in presenza, ma gli strumenti tecnologici rappresentano ulteriori possibilità per l’interazione e bisogna imparare ad usarli. Fermo restando che “l’insegnare” è prioritariamente relazione, un loro adeguato uso dipende dal grado di consapevolezza e padronanza con cui li si gestisce. Ragionare sui disagi che questa situazione inedita comporta per la didattica, vuol dire tornare a riflettere sulla didattica nel suo complesso e, se una situazione di crisi può segnare un cambiamento, ciò non potrà determinare l’assunzione acritica di una potenziata centralità della tecnologia, ma dovrà invece contribuire a progettare e a riorientare consapevolmente una didattica diversa, che per quanto arricchita di nuovi strumenti, rimane pur sempre impostata sulla centralità della relazione pedagogica. Il nuovo secolo della connessione continua ha bisogno di cittadini portatori, oltre che di contenuti, di creatività, lavoro di squadra, capacità di astrazione e di sperimentazione, senso di orientamento per poter navigare in mari aperti. La scuola deve rispondere a queste esigenze e muoversi, insieme al Paese, nel senso di marcia di uno sviluppo inclusivo e sostenibile, aperta all'uso innovativo e inclusivo delle nuove tecnologie per un'istruzione di qualità in emergenza da Covid-19. Parliamo di una SCUOLA che dovrebbe servire in primo luogo a rendere le persone capaci di vivere nel mondo in modo consapevole, di intessere relazioni interpersonali sane, di superare ogni individualismo e aprirsi alla differenza e al dialogo. La scuola di oggi dovrebbe essere una scuola più “umana” incentrata sulla persona, dovrebbe insegnare a vivere. Mi piace dire, “una scuola a cuore caldo” che orienta al futuro, che fornisce alle nuove generazioni gli strumenti di lettura e di reinterpretazione necessari per abitarne la complessità e muoversi e agire da protagonisti. Ed è per questo che nonostante l’incubo che l’intera umanità vive a causa del mostro pandemico, continueremo a lavorare, ognuno nel proprio ruolo per diffondere bellezza per una società di persone libere, capaci di pensare ed emozionarsi, dove più nessuno dovrà rassegnarsi alla “bruttezza”. Una società dove ciascuno potrà partecipare in maniera autentica, dove l’umanità vinca sulla disumanità, la solidarietà sull’egoismo, il rispetto reciproco sull’intolleranza e il rifiuto. Noi abbiamo attinto alla “bellezza universale” col compito di preservarla e di diffonderla. Questa la direzione da percorrere. Il punto di ripartenza. Questo il mio pensiero. ANTONIA MARTINA