Luca Scalzullo

Nome della scuola: 
IC Rita Levi Montalcini - SALERNO
Città: 
Salerno
Regione: 
Campania
Disciplina/e Insegnata: 
Tecnologia
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Ho iniziato la mia avventura di docente da pochi anni e da subito mi si è parato davanti un bivio. Sì, un bivio nascosto in una domanda di una studentessa alla prima lezione. Ero dietro la cattedra ed avevo iniziato a spiegare da qualche minuto quando la ragazza mi chiese di fare innamorare tutti della mia disciplina. Ecco il bivio. Difendere una struttura rigida di trasmissione verticale del sapere o accettare una sfida e trasformare la tecnologia in un appuntamento in cui esplodere e coltivare ognuno le proprie predisposizione ed i propri interessi? Nessun dubbio che la scelta è ricaduta immediatamente sulla seconda strada. Non ero pronto ad insegnare. Il concorso a cattedra vinto si è svolto tra tante prove tutte tese alla valutazione delle mie competenze disciplinari. Conoscere una materia ed insegnarla, tuttavia, non è la stessa cosa. Ho imparato questo lavoro meraviglioso giorno per giorno, guardando i colleghi, provando a capire cosa e come fare le cose, ma anche cosa non fare. Più di ogni altra cosa, però, ho iniziato ad ascoltare i ragazzi, a cercare una chiave per entrare nel loro mondo. E la scuola ha così riempito il mio tempo. Con il placet dei dirigenti con cui ho avuto l'onore di lavorare, ho permesso agli studenti di frequentare la scuola anche di pomeriggio, quando possibile, quando ne avevano voglia e, soprattutto, quando ne avevano bisogno. Il territorio su cui operava la scuola presentava un enorme indice di disagio sociale che non ci permetteva di dedicarci esclusivamente al sapere disciplinare. Era necessario curare i loro cuori e le loro anima, far capire ad ogni ragazzo che non esiste un limite a quello che è possibile fare nella vita, che la scuola rappresenta un'oasi di freschezza in cui far venire fuori i propri interessi, in cui imparare a sentirsi apprezzati e parte di un tessuto sociale interconnesso di cui loro, i ragazzi, sono un centro di nucleazione per un futuro migliore. Ecco che le mie lezioni sono diventate fucine creative in cui si studiava quello che interessava ai ragazzi, indagando la realtà, applicando il metodo scientifico, facendo esperimenti e usando al meglio quello che tecnologia e natura ci mettevano a disposizione. La vera innovazione non è evidentemente negli strumenti utilizzati, quanto nella creazione di un nuovo modello educativo basato sul binomio immaginazione e creatività. La prima è la capacità di un ragazzo di partorire un'idea che prescinda dai sensi. La seconda la capacità di mettere in atto azioni tali da realizzare l'idea. Il sistema così creato è ciclico e si autoalimenta quando il ragazzo ed i ragazzi capiscono che possono analizzare da soli il proprio lavoro, apportare modifiche, migliorare, chiedere aiuto e crescere in autostima sviluppando quello spirito critico che sarà loro di aiuto nella vita quotidiana. Ovviamente ho utilizzato la disciplina che insegno, tecnologia, depauperandola dai legami della sintassi e delle regole da mandare a memoria. Il sapere prende solo l'abbrivio dalle conoscenze, occorre successivamente sviluppare la capacità di digerire quel sapere e di costruirne uno personale filtrato dal proprio modo di essere. E questo è quello che provo ad insegnare ai miei ragazzi. Negli esempi che seguono ci sono alcuni dei lavori che ritengo possano chiarire al meglio cosa succede nelle classi, nella mie classi. • “Contiamo le mele” – Luca Scalzullo - Bricks N.1/2019 - http://www.rivistabricks.it/2019/03/15/n-1-2019-coding-e-didattica/ • “Possiamo misurare quanto respira una pianta?” – Luca Scalzullo e Rosanna Dell’Università - Bricks N.2/2019 - http://www.rivistabricks.it/2019/06/10/n-2-2019-maker-e- didattica/ • “Stampa 3D per insegnare la Storia, passando da statistica, crittografia e toccando anche la letteratura.” – Luca Scalzullo - Bricks N.3/2019 - http://www.rivistabricks.it/2019/09/23/n- 3-2019-maker-stampa-3d-big-data-e-iot/ • Un compito di realtà: didattica per competenze tra le leggi di Ohm e una domenica annoiata – Professionisti Scuola Network - https://www.professionistiscuola.it/meccanica-ed-energia/un- compito-di-realta-didattica-per-competenze-tra-legge-di-ohm-e-una-domenica-annoiata.html • SOLE E CELLULARI: un compito di realtà ad energia pulita – WeTurtle - http://www.weturtle.org/project-detail.php?id=47 • CITTADINANZA DIGITALE: una passeggiata al sole per svegliare le coscienze – WeTurtle - http://www.weturtle.org/project-detail.php?id=57 • Davvero le Equazioni di fisica si devono imparare a memoria? Un metodo semplice ed a basso costo per trasformare l'aula in un laboratorio di fisica. – Professionisti Scuola Network - https://www.professionistiscuola.it/fisica-di-base/davvero-le-equazioni-di-fisica-si-devono- imparare-a-memoria-un-metodo-semplice-ed-a-basso-costo-per-trasformare-l-aula-in-un- laboratorio-di-fisica.html • “Generatore casuale di favole. Un tutorial semplice tra Telegram, Google Sheet e fantasia” - Professionisti Scuola Network https://www.professionistiscuola.it/open-data-e-cittadinanza- digitale/generatore-casuale-di-favole-un-tutorial-semplice-tra-telegram-google-sheet-e- fantasia.html; • “Cittadinanza digitale, tra Open Data e integrazione col territorio.” - Bricks - http://www.rivistabricks.it/il-numero-corrente/ Chiudo con alcuni lavori che i ragazzi hanno fatto valicando il limite della disciplina ed impegnandosi come cittadini in processi di mappatura tipici degli Open Data. Alcuni sono citati negli articoli precedenti, di seguito vi riporto i link diretti. Lavoro di recupero storico della memoria di un paesino, Conza della Campania, distrutto dal terremoto del 1980 https://umap.openstreetmap.fr/ja/map/conza-della-campania_161192 Lavoro di mappatura della storia e delle tradizioni di Nocera Inferiore (SA) https://umap.geonue.com/en/map/nocera-inferiore-tra-arte-storia-e-tradizioni_1142 Mappatura di una biblioteca digitale https://umap.geonue.com/it/map/i-miei_1348 Una mappa in cui i ragazzi hanno misurato l'inquinamento della loro città https://umap.openstreetmap.fr/en/map/rilievi-ambientali-nocera-inferiore_140212
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
L'emergenza covid ci ha fatti trovare tutti impreparati, inutile dire il contrario. Vivevamo, noi docenti, al sicuro in una confort zone dove era difficile scalfire usi e costumi consolidati nel tempo. Diciamo che in moltissimi casi ci siamo trovati impreparati non solo tecnologicamente, ma soprattutto metodologicamente. Del resto inutile negare che laddove la famigerata DaD ha significato trasporre la lezione frontale con tecnologie digitali, i danni, non solo culturali, ma anche emotivi sono stati enormi. I ragazzi, la mia è la fascia che ritengo più esposta alla fragilità emotiva del periodo, io insegno in una Scuola Secondaria di I grado, si sono trovati proiettati in una tragedia talmente vasta, la cui comprensione sfuggiva anche alla maggior parte di noi adulti. I loro punti di forza, la socialità, la compagnia, le mattinate noiose (lo dico con affetto) tra i banchi, le passeggiate, lo sport, all'improvviso gli è stato negato, ed è tutto stato sostituito da una clausura forzata non voluta da loro. Ecco perchè mi sono convinto fin da subito del loro bisogno di compagnia, della necessità di ricreare comunità, di provare a non perdere quell'idea di gruppo e di società che negli anni precedenti avevo provato a costruire nelle mie classi. Il primo anno, il primo tragico lockdown, come se non bastasse già la tragicità della situazione, è stato difficile da superare. La scuola non era attrezzata per videolezioni sincrone e si interagiva con i ragazzi soltanto tramite il registro elettronico assegnando compiti. No, non poteva essere accettato. In accordo con loro abbiamo iniziato un dialogo asincrono in cui, tramite il canale ufficiale, il registro elettronico appunto, comunicavo la pubblicazione di video sul canale youtube riportato di seguito. https://www.youtube.com/c/LucaScalzullo/videos Youtube ha rappresentato la prima svolta enorme. E' il loro mezzo principale di comunicazione, lo seguono da smartphone, stesi sul divano, la sera prima di dormire, in quelle situazioni in cui una voce amica, magari anche di quel vecchio matto trombone del professore riesce a strappare un sorriso ben al di là dell'argomento della lezione. Ho creato un sito web, poco pubblicizzato per la verità, ma utile solo a scrivere appunti e lezioni per loro. sites.google.com/view/lucascalzullo In alcuni momenti il sito è stato aggiornato anche più volte al giorno. Per alcune lezioni (mi riferisco a quelle su Arduino) venivano lanciate sfide le cui soluzioni venivano pubblicate a distanza di qualche giorno. Spesso ho anche messo in palio kit di robotica regalati e spediti direttamente a casa dei ragazzi per stimolare l'apprendimento attivo. Ogni tanto poi, raccontavo loro storie, sì, favole della buonanotte. Erano tutte storie di scienza, storie della vita degli scienziati famosi, a volte raccontate in maniera semiseria, a volte drammatica, a seconda dello stato d'animo del momento. Se volete potete ascoltarle sul canale telegram Racconti di scienza t.me/raccontidiscienza L'anno successivo abbiamo avuto a disposizione la Google Suite for education ma non abbiamo perso le buone vecchie abitudini. Ne abbiamo aggiunte altre. Senza alcun imbarazzo ammetto che con i ragazzi facevamo colazione insieme, che lasciavo volontariamente un canale meet aperto perchè potessero vedersi per studiare e ridere insieme. Le ore di lezione non si fermavano al mattino, ma continuavano di pomeriggio, quando potevamo vedere insieme documentari, film e discutere di tutto quello che le ombre della pandemia ci sussurrava. Lo racconterò sempre con fierezza, ad esempio, del momento in cui il mars perseverance ha toccato il suolo di Marte. Noi eravamo lì, tutti insieme, in videoconferenza, alla dieci di sera, con i nonni, con i genitori, col naso all'insù (in realtà verso lo schermo del televisore), a distanza, ma tutti insieme come una sola grande famiglia. Io non so se sono un innovatore, non so se sia giusto premiarmi, so solo che però, quando penso all'innovazione penso ad un'unica gande parola, EMPATIA, e so che adesso non farei nessun altro lavoro.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
Non c'è una ricetta che possa cambiare in maniera univoca la scuola, ma mi piace l'idea che in questo paragrafo sia stato chiesto di parlare di una visione sull'educazione. Rubo un esempio ad un grande giornalista, lo ho conosciuto come tale, Stefano Laffi. Ebbe a dire in un convegno che lui scrive ancora con la penna stilografica che gli fu regalata il giorno della laurea. Disse anche che suo figlio, invece, detta al computer usando il riconoscimento vocale. Ecco noi dobbiamo accompagnare i nostri figli nel futuro, un futuro in cui loro sono già. Aggiungo un racconto personale. Ho fatto un ottimo liceo classico qui a Salerno ed ero un bravo studente. In primo liceo iniziai a studiare chimica, materia ostica che ritenevo non essere nelle mie corde. A Natale, durante le vacanze, fui sorpreso da mio padre a piangere disperato perchè non vedevo soluzione. Mi suggerì solo, col suo laconico linguaggio contadino, di rivolgermi alla professoressa e chiedere aiuto. Lo feci e la professoressa mi dedicò del tempo e adesso, oltre che docente di tecnologia, sono ingegnere chimico. Cosa voglio raccontarvi con questo. Semplicemente che una volta il docente deteneva il monopolio della cultura. La nostra formazione, la nostra conoscenza pendeva dalle sue labbra. Oggi questo monopolio lo abbiamo perduto. I ragazzi hanno l'intero scibile umano a portata di click, hanno tutto quello che è possibile imparare ridotto in tutorial su youtube, concisi, immediati e facili da seguire. Faccio io la domanda a voi, allora. Perchè seguire un docente per due settimane in lezioni frontali interminabili se in sette minuti posso imparare le stesse cose su youtube stando steso sul divano? Quale è il ruolo del docente? In questo maremagno di informazioni il docente ha il durissimo compito di guidare i ragazzi verso uno sviluppo di uno spirito critico, verso la maturazione della capcità di orientarsi in tutto quello che c'è nella navigazione digitale. Primo punto fondamentale. Secondo, non meno importante, il docente ha il dovere di prendersi cure della fragilità emotiva degli studenti. I ragazzi di oggi vivono una accelerazione culturale che non sanno reggere. Sanno cose a 13 anni che noi abbiamo imparato molti anni dopo con una struttura umana ben più solida. Ecco allora che occorre una guida, un supporto, qualcuno capace di guardarli negli occhi e percepire i loro cambiamenti. Non è facile, ma non possiamo in alcun modo evitarlo. Eccola allora la mia visione educativa. Portare i ragazzi di nuovo al centro di un processo educativo rinnovato nello spirito. Uno spirito non fatto più di campanelle e discipline, ma di argomenti multidisciplinari e transdisciplinari. Che non succeda più che si scopra all'università che i filosofi studiati al liceo erano in gran parte scrittori, scienziati, e che, forse potevano essere studiati nella loro interezza e non in un solo aspetto della loro essenza. Insomma, che la scuola diventi un ginnasio aristotelico, nella forma e nella sostanza inizia davvero a preoccuparsi dello sviluppo e dell'autocoscienza dei nostri ragazzi.