Il progetto BoulSat è nato (come accennato nei punti precedenti) nel 2005 da una collaborazione tra ISF-Pisa, il CSU di Viareggio e l'Associazione Nasongdo di Boulsa in Burkina Faso. 8 Il CSU lavora da molti anni in Burkina Faso, precisamente nella provincia del Namentenga, con progetti di cooperazione riguardanti vari settori, come descritto al punto 11. L'associazione Nasongdo invece è una ONG Burkinabè fondata negli anni sessanta da gruppi di donne per aiutarsi mutuamente nei periodi di crisi e carestia. Oggi essa rappresenta un punto di riferimento nella provincia del Namentenga e ricopre il ruolo di partner locale per lo svolgimento delle varie attività gestite dal CSU sul territorio. ISF è entrata in contatto nel 2004 con Silvano Orlandi, allora Presidente del CSU, e da qui è iniziata la collaborazione che ha portato, tra gli altri, allo svolgimento del progetto BoulSat riguardante le telecomunicazioni e l'accesso all'informazione a favore della comunità di Boulsa. Il progetto è stato finanziato interamente dal CSU, mentre ISF ha messo a disposizione le conoscenze tecniche necessarie per la sua realizzazione. L'idea di partenza è stata quella di fornire gli uffici dell'associazione Nasongdo di una connessione satellitare che permettesse il collegamento ad Internet dato che la linea telefonica locale si basava su ponti radio e risultava poco affidabile. L'accesso alla Rete sarebbe quindi risultato utile a Nasongdo per comunicare con i vari partner, come il CSU, ma anche per ottenere tutte quelle informazioni reperibili solamente tramite Internet. Inoltre sono stati attivati corsi di Internet e di informatica di base a prezzi sociali, e un servizio di internet point. Il progetto si è articolato in tre fasi, la prima nell'estate del 2005 con il sopralluogo effettuato nella provincia del Namentenga e necessario per capire quale fosse la situazione reale e quale utilità potesse avere uno strumento del genere in una realtà tra le più povere del mondo. A questo viaggio hanno partecipato Samuele Catusian, Raphael Bartalesi, Paolo De Rosa e Claudia Caudai. La seconda parte invece si è svolta nell'estate del 2006 durante la quale si è provveduto alla fase realizzativa vera e propria a Boulsa, con l'installazione dell'impianto satellitare. A questo viaggio hanno partecipato Samuele Catusian, Raphael Bartalesi, Claudia Caudai, Francesco Panicucci, Federico Longobardi, Giorgio Guzzetta e Libertario Demi. Il nuovo strumento è stato acquisito velocemente ed utilizzato con successo dai tecnici locali e dal personale dell'Associazione, tanto che sono stati organizzati corsi di alfabetizzazione informatica presso il laboratorio dell'associazione rivolti alla comunità di Boulsa e soprattutto agli studenti del locale liceo. Visti i risultati il progetto è stato esteso ed è stato deciso di portare la connessione anche ad alcune istituzioni come il Comune, l'ospedale e l'amministrazione sanitaria tramite una rete senza fili realizzata utilizzando materiali facilmente reperibili in loco e a basso costo. E' nata così la wlan “povera” basata su antenne autocostruite a partire da barattoli di latta, le cosiddette cantenne che per il caso specifico sono state studiate e progettate da Federico Longobardi nella sua tesi di laurea specialistica in Ingegneria delle Telecomunicazioni nell'autunno 2006. Questa terza fase del progetto BoulSat è stata avviata con un intervento nel gennaio 2007 (Samuele Catusian, Federico Longobardi e Francesco Panicucci) durante il quale è stata installata l'antenna presso Nasongdo e sono state 9 collegate due postazioni presso il Comune e l'amministrazione sanitaria. Poi, nel gennaio 2008 (Samuele Catusian, Federico Longobardi, Francesco Panicucci, Chiara Imparato e Luca Carnini) è stato completato l'impianto ed è stata monitorata la rete valutando lo stato dei materiali e la bontà delle scelte di progetto dopo un ciclo stagionale completo. Anche in questo caso il risultato è stato positivo, soprattutto per quanto riguarda l'amministrazione sanitaria dove la Rete è diventata subito un essenziale strumento di lavoro. Lo stato attuale del sistema è stato visionato nell'estate 2008 durante un viaggio Longobardi, nella quale è stata riscontrata la necessità di una formazione “permanente” di alcuni tecnici locali. La fase più delicata infatti è sicuramente rappresentata della manutenzione del sistema. Questa attività è stata svolta in ogni viaggio, ma è necessario formare alcuni ragazzi tra i tecnici di Nasogdo che siano capaci di risolvere autonomamente ogni problema che si possa riscontrare senza l'intervento in loco dei volontari di ISF.